La pallacanestro, così come tutti gli sport giovanili, ha da sempre la preziosa funzione di creare aggregazione sociale tra i ragazzi, durante le fasi più formative della vita. Riuscire a contribuire in maniera positiva allo sviluppo personale e collettivo dei più giovani è un privilegio, un orgoglio che va ben oltre tutte le meravigliose soddisfazioni agonistiche.
Proprio lo spirito di inclusione è alla base delle attività svolte dalla nostra società sportiva: già da diverso tempo, ai corsi di basket tenuti presso il centro dell’I.C. di Grottaminarda, partecipano ragazzi con disabilità che ne giovano in termini di acquisizione di maggiori competenze e abilità nel campo delle autonomie, dell’apprendimento motorio e cognitivo, utili a gestire la vita di tutti i giorni, e dell’integrazione sociale, in quanto accolti da ragazzi senza disabilità.
Il 23 febbraio, su richiesta dei genitori, è stato attivato un servizio di assistenza che andrà a consolidare questo tipo di attività, mediante la concessione da parte dell’Azienda consortile per la gestione delle politiche sociali nei comuni dell’ambito territoriale N. A1. Si tratta della tempestiva attivazione del servizio di pronto intervento sociale per il tramite della convenzionata pubblica assistenza Grottaminarda, che nella concreta realizzazione del progetto inclusivo, offre il supporto verbale, imitativo-gestuale e fisico, oltre a promuovere nuove possibilità creative all’interno della relazione interpersonale.
Poter essere coadiuvati da figure competenti consente a ragazzi e allenatori di integrare ancora meglio le attività di gruppo durante gli allenamenti e quindi adeguare l’accoglienza ai bisogni effettivi dei ragazzi con disabilità, riuscendo a coinvolgerli a pieno.
Un intervento sociale di questo tipo d’altronde, ci consente di non confinare questa attività a un progetto fine a se stesso, ma di trasformarla in una prerogativa del modus operandi della MIWA ENERGIA CESTISTICA BENEVENTO.
In ambito sociale, arrivare a una vera e propria inclusione è ancora molto difficile: essere inclusi vuol dire essere accolti e spesso, in diversi luoghi di aggregazione e formazione, ci si sente inadeguati e si finisce per dirottare i ragazzi con disabilità verso polisportive che ospitano solo atleti disabili. Intendiamo in questo senso essere un’eccezione e magari un’ispirazione motivazionale, nell’ottica di rendere l’inclusione sportiva sempre più un’azione concreta, sempre meno un miraggio.